Xenofobia in cucina: la paura del diverso anche a tavola

I cibi stranieri, nuovi o poco conosciuti fanno ancora paura ai tradizionalisti e agli abitudinari nonostante la distribuzione di questi alimenti si stia diffondendo velocemente in ristoranti e supermercati a prezzi oramai più accessibili.

Cibi vegetali

Xenofobia, dal greco ξενοφοβία, ossia "paura del diverso", non indica solamente l'avversione ad una diversa etnia o a persone dal diverso colore di pelle o parlante una lingua a noi sconosciuta. Questo fenomeno va ad abbracciare tutto ciò che di diverso c'è nel nostro micromondo, nei nostri costrutti culturali e sociali. Insomma, ciò che non conosciamo perché diverso, nuovo, lontano o anticonvenzionale... ci fa paura.



Siamo inclini al non accettare cibi non utilizzati dalla nostra tradizione culinaria, anche se essi sono comunque parte dell'alimentazione nazionale. Proporre in tavola una fettina di moltzetta di cervo farà rabbrividire un siciliano, ma anche una polpetta di carne di cavallo non farà impazzire sicuramente un fiorentino. Questi sono semplici esempi di come le tradizioni culturali abbiano subìto un radicamento locale negli anni passati e di come, adesso, grazie a cuochi giramondo e ad esperimenti derivanti da un meeting pot culinario, ci sia invece una ricerca del "sapore diverso".

Fino a qualche anno fa, sempre in Italia, anche il latte di soia era per molti un tabù. Il latte di mucca era l'alimento principale, insostituibile fonte di calcio per crescere sani. Chiunque faceva uso di "latte" vegetale era considerato un diverso, un vegetariano o vegano alla quale mancavano sicuramente proteine e vitamine. Soltanto adesso i supermercati si riforniscono di questi prodotti vegetali (finalmente anche i prezzi pian piano si stanno abbassando) che non è necessario considerare come sostituti del latte vaccino, ma semplicemente come prodotti gustosi e pieni di nutrienti che possono aiutarci a variare e a completare la nostra alimentazione quotidiana.

Anche i più caparbi tradizionalisti iniziano a sperimentare nuovi elementi e ad introdurli nelle proprie ricette rivoluzionando i sapori che si era soliti trovare. Questo permette una migliore gestione della nostra alimentazione, un controllo su grassi, proteine o calorie alla quale, in passato, non si era molto inclini ad avere.

Nonostante esisterà probabilmente per anni colui il quale soffrirà a vedere una teglia di lasagne con un ragù a base di tofu, la globalizzazione in cucina ha sicuramente portato novità non indifferenti arricchendo sapori, odori e, soprattutto, nutrienti.


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