Visitare Roma, la nostra bellissima Capitale, non significa solamente antichità, monumenti ed enormi parchi, ma significa anche buon cibo della vera tradizione romana come la carbonara, i fiori di zucca ripieni e... la PINSA. Scopriamo cos'è, da dove nasce e come realizzarla in casa.
Addio alla pinsa tradizionale: oltre 24 ore di lievitazione
Per l'immaginario di molti è la risposta romana alla pizza napoletana, ma è così?
Di origine laziale, è una focaccia salata, rettangolare o ovale (mai tonda), alta circa due centimetri e con un impasto morbido dentro e croccante esternamente. La ricetta originale è composta da un mix di farine di riso, soia, frumento, orzo, farro e miglio con, ovviamente, lievito madre; con l'aggiunta di erbe aromatiche e una miglior idratazione dell'impasto che la rendono più leggera e digeribile rispetto a quella classica napoletana. La lievitazione? Oltre le 24h e sempre in frigorifero. La pinsa romana è ideale per chi cerca di mantenersi in linea e la sceglie rispetto alla pizza tradizionale poiché ha un minor numero di calorie. Vieni ad assaggiarla nella Pinseria Villanova.
Le origini della pinsa: dall'Eneide ai giorni nostri
Pinsa deriva dal latino Pinsere ossia in italiano allungare/stendere. E' quindi un'antica ricetta nota ai tempi dei romani, infatti veniva servita assieme ai taglieri di salumi e formaggi e spesso al posto del pane. Viene considerata oggi l'antenata della pizza.
Viene citata persino nell'Eneide di Virgilio, quando Enea, approdato nelle campagne laziali e accolto dal re Latino e sua figlia Lavinia, ne mangiò assieme a suo figlio e ai suoi comandanti. A quel tempo, veniva cotta su pietra sopra i carboni ardenti ed era preparata per lo più dalle antiche popolazioni fuori le mura cittadine.
Negli ultimi anni invece si è diffusa la variante con cottura in forno, focaccia nota come la pizza bianca romana condita semplicemente con olio, sale e rosmarino, talvolta impreziosita da salumi e formaggi.
La nascita della pinsa moderna, ai giorni d'oggi, deriva dall'intuizione del tecnico pizzaiolo Di Marco, che con la sua esperienza creò un nuovo prodotto rivoluzionando il mondo della pizza. Affiancando la ricerca scientifica alle tecniche di panificazione comprende e migliora i fattori dietetici, riuscendo così a realizzare un prodotto unico ed inimitabile. Partendo dall'impasto e dalle successive fasi di lavorazione, dimostra che la pinsa è il risultato di uno studio scientifico dove tutti i procedimenti vanno rispettati alla perfezione.
Prodotto sotto tutela, controlli di qualità
Divenuta un prodotto di eccellenza, la pinsa è tutelata dall'Associazione Originale Pinsa Romana che ha lo specifico compito di tutelare e far rispettare la qualità della pinsa.
In tutto il territorio laziale le pinserie diffusesi sono soggette a un rigido controllo di qualità e vengono valutate dai membri dell'Associazione e solo in caso di esito positivo vengono certificate ed entrano a far parte di una ristretta cerchia di attività del settore che realizza la pinsa come da protocollo.
LA VERA RICETTA DELLA PINSA ROMANA
Ingredienti:- 400 g farina tipo 0
- 50 g farina di mais
- 50 g farina si soia
- 350 g di acqua
- 3 g di lievito di birra
- 10 g sale
- 10 g olio evo
Procedimento:
- posizionate in un contenitore le farine di frumento, mais e soia. Versare l'acqua e impastare (se si ha la possibilità, va bene anche in planetaria, con la frusta a foglia).
- Quindi aggiungere il lievito di birra fresco, precedentemente sbriciolato. Aggiungere anche il sale e l'olio.
- Dopo aver lavorato la pasta per circa 10/15 minuti, trasferite l'impasto in frigorifero posizionandolo in una ciotola chiusa e ben unta, per 24 ore.
- Passato il periodo di lievitazione, mettete l'impasto su un piano infarinato e allargatelo con le mani. Dividete in quanti panetti volete e lasciate lievitarli per altre 2-3 ore.
- Ungete con olio ed infornate a forno preriscaldato a 250°C, nella parte bassa del forno, per circa 8-10 minuti. Quando sarà ben dorata sfornate e condite a piacere.